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al testo di Gerardo Dani
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Ho scoperto che il cuore ha pochi contenuti ma straordinari e vitali. Ho trovato comete orbite gravitazionali orizzonti degli eventi e suppellettili personali ancora nel caos. Ero sulla collina verde perso e c’erano persone che guardavano altre persone come esiliati più giù dove l’enorme cuore della città è tenuto insieme da nastri neri apparentemente inadatti a tenere insieme tutto quel cemento. Il cuore è davvero l’universo che ci voleva? Sulla scorta dei sentimenti non ci giurerei. Proprio là c’era un viavai pernicioso di soggetti e il sangue inesperto cercava l’opportunità di precipitarli nel suo circolo esclusivo. Forse dovremmo curarci dei ventricoli come tunnel spazio-temporali e smetterla di urlare al banconista l’ordinazione: facciamo prima a servirci da soli, non ti pare? Eppure, il cuore della città è uno strillone accalorato dal titolo: la vita viene meglio ad alta voce. È il parere del vecchio sangue che grida l’amore dal vivo: ai sordi, ai morti, al contrario niente - benché la collina s'insinui. Che ne pensi? Non mancherà occasione che ti ferisca una notizia falsa. Acuminata violenta urlata la notizia semina il panico; disse un influencer a pezzi: l’articolo concilia odio e amore. L’amore prodotto si vende come fatto, ma l’odio ha più clienti perché regala menzogne. Per la verità tutte le star sono altrove: come mai sei scuro in volto? Lì c’è il tuo motore che arranca - oh, se arranca! Anche lì tutto fermo: dacché fu fatto d’amore il cuore perde terreno e la mente lo stacca di una incollatura.
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